Le campane della Fassona, a cosa servono questi "magici" oggetti popolari
Le campane indossate dalla Fassona sono senza dubbio dei “magici” oggetti popolari: basta concentrarsi sul loro suono e subito ti trovi immerso in immensi prati verdi, in una calda giornata di giugno. Ogni passo viene scandito da questi strumenti musicali che, nel dialetto piemontese, prendono nomi diversi: rudun, bersana, taluche, tupin, sunaia o cioca.
L’utilità delle campane
Oltre all’aspetto prettamente estetico, i campanacci nascono per raggruppare i bovini in occasione della salita in alpeggio e per la discesa a valle. Capaci di compattare la mandria, risultano utili anche all’allevatore che può quindi controllare in tutta serenità il pascolo in caso di nebbia o lontananza. Inoltre, a seconda dell’intensità del suono prodotto viene riconosciuto il passo dell’animale, normale o, talvolta, eccezionale e incontrollato, e che consente al margaro di intervenire nelle situazioni di pericolo, diventando quindi una vera e propria sirena d’allarme presente negli allevamenti, soprattutto in quelli a circuito chiuso che abbiamo approfondito in un altro articolo del blog.
Come viene allevata la Fassona piemontese?
Come sono fatte le campane?
Le campane sono ammirabili in ogni forma, colore, materiale e dimensione. Il loro battacchio, realizzato solitamente in metallo, viene spesso sostituito da un osso di stinco di cavallo, capace di ricreare un suono morbido e piacevole. Sono accordati al 6°, 7° e 8° tono della serie di armonici naturali. Il risultato è ottenuto con l’ottonatura a fuoco dei campanacci dopo la forgiatura. Il collare, realizzato in cuoio, viene invece inciso di un ricordo speciale del bovino che lo indossa, come la vittoria di una gara o la nascita di un figlio. Un oggetto che col tempo diventa un simbolo capace di unire l'utile al dilettevole.
Il significato popolare
Lungo i prati piemontesi il campanaccio che la Fassona porta al collo non è solo sirena d’allarme, è musica, è sinfonia e, proprio come D’annunzio rima nei suoi versi, è anche poesia
‘’Isciacquio, calpestio, dolci romori. Ah perché non son io cò miei pastori?’’
Ogni singolo dettaglio presente nella crescita della Fassona, determina il suo inconfondibile gusto e sapore. E come una poesia tutti questi elementi sono all’interno di Fassushi –> Si! Voglio sentire le campane!
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